Nel pomeriggio di ieri l’esercito israeliano ha attaccato le postazioni della missione militare UNIFIL delle Nazioni Unite in Libano. Tra gli obiettivi vi erano anche le postazioni dell’esercito italiano, che in Libano è presente con oltre mille soldati. Dopo che un drone ha sorvolato ripetutamente la base UNP 1-31, area dove sono presenti 18 militari italiani, i colpi israeliani hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani e hanno danneggiato i sistemi di comunicazione della base. Rabbiosa la risposta del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che ha convocato d’urgenza l’ambasciatore israeliano e poi ha accusato: «Non si è trattato di un errore, né di un incidente, ci devono spiegazioni formali, reali, nei tempi più rapidi possibili», aggiungendo che gli attacchi israeliani potrebbero «costituire crimini di guerra». Il resto del governo ha avuto reazioni tiepide, se non nulle. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha riferito di aver presentato formali proteste alle Autorità israeliane, mentre il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato alla stampa di augurarsi le scuse di Israele. Non una parola dal vicepremier Matteo Salvini, che sui propri social nelle ore seguenti l’attacco ha postato come al solito di tutto (dal video di una madre che riprende il figlio che corre col motorino, ai soliti sproloqui sulla castrazione chimica), ma proprio non si è accorto dell’attacco dell’esercito di Netanyahu, che non a caso in passato aveva definito il leader leghista «un grande amico di Israele». L’impressione è, dunque, che la rumorosa avanscoperta di Crosetto serva a coprire la totale irrilevanza del governo italiano, la cui complicità con Israele – testimoniata dalla sistematica astensione a tutte le risoluzioni dell’ONU che ne hanno condannato il massacro a Gaza – non pare scalfita nemmeno dall’attacco diretto contro il proprio contingente militare.
Sulla volontarietà dell’attacco israeliano non paiono esserci dubbi e da Tel Aviv non sembrano nemmeno porsi il problema diplomatico. Anziché scusarsi per gli attacchi, che hanno colpito anche la base di Naqura, dove sono stati feriti due soldati indonesiani, l’ambasciatore israeliano all’ONU ha infatti contrattaccato dicendo che il contingente UNIFIL dovrebbe «spostarsi di cinque chilometri più a nord per evitare pericoli». L’impunità garantita dall’Occidente ad Israele, in pratica, ha prodotto il paradosso per il quale ora Tel Aviv si sente le spalle abbastanza larghe per minacciare l’esercito dell’ONU, forte di oltre diecimila soldati in Libano. Diversi governi europei, guidati da Francia e Spagna, hanno attaccato le dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano e Crosetto, usando toni forti, ha sottolineato che «le Nazioni unite e l’Italia non prendono ordini da Israele». L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE, Josep Borrell, ha condannato «questo attacco inammissibile», per il quale «non esiste alcuna giustificazione». Dai vertici del governo italiano, tuttavia, le reazioni sono state molto più contenute. In un comunicato, il governo riferisce di aver «formalmente protestato» con le Autorità israeliane, mentre Tajani ha riferito alla stampa di augurarsi le scuse Israele.
Ma perché l’esercito israeliano ha attaccato il contingente UNIFIL? Militarmente parlando il senso non è immediatamente comprensibile. L’attacco Israeliano sul Libano, scatenato con il pretesto di sgominare le milizie di Hezbollah, sta procedendo senza incontrare freni a livello internazionale, e i soldati ONU fino ad oggi sono rimasti a guardare. Non è difficile immaginare che l’obiettivo, per Tel Aviv, sia proprio quello di liberarsi degli occhi del contingente internazionale. La guerra di distruzione che Israele sta portando avanti nel sud del Libano appare ogni giorno più simile nelle modalità al massacro di Gaza. Secondo le ultime stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) sono oltre 1.150 i morti in Libano a partire dal 17 settembre, giorno dell’esplosione simultanea di centinaia di cercapersone di Hezbollah, più di 7 mila i feriti e oltre 608 mila gli sfollati (un milione secondo le autorità libanesi). E l’esercito delle Nazioni Unite rappresenta uno scomodo testimone, contando che proprio l’UNIFIL, nel luglio scorso, denunciò in un report l’utilizzo da parte israeliana delle micidiali (e vietate da ogni convenzione internazionale) bombe al fosforo bianco.
La missione UNIFIL è stata istituita dall’ONU nel 1978 con il compito, tra gli altri, di «ripristinare la pace e la sicurezza in Libano». Tra i diecimila effettivi sono presenti ben 1068 soldati italiani, che costituiscono il secondo contingente più numeroso. Il compito era, in particolare, verificare il ritiro delle forze israeliane, ripristinare la pace e la sicurezza internazionali e aiutare il governo libanese a ripristinare la sua effettiva sovranità. Obiettivi che, a distanza di 46 anni, risultano lontani dall’essere realizzati, tanto che oggi questi si sono ridotti al solo piano umanitario, mirando soprattutto a fornire assistenza alla popolazione civile.
[di Andrea Legni]
L’articolo è preciso ed esaustivo nel mostrarci ciò che accade (questione Unifil) e il perché. Ma quale è la strategia nel medio lungo periodo? Ridisegnate confini in medio oriente e cambiando le persone e i centri di potere e’ allargare i propri mercati (come sempre) ma in questo caso anche creare un’espansione ad est inedita (dobbiamo risalire al l’impero britannico) per accerchiare, vedi alla voce conflitto in Ucraina, Russia e Cina. Per lo meno dove geograficamente è possibile. Una Nato che raddoppi i propri territori e la vicinanza ai paesi “nemici”. La guerra in Ucraina è solo una prova generale. Anche nell’Asia dell’est si sta costruendo una alleanza militare Usa Giappone (credo anche con le Filippine) con funzioni espansionistiche
L’intenzione della banda sionista e’ di creare un grande stato sotto il loro dominio. Quindi Gaza, il Libano, Transgiordania, Siria dovranno essere sottomesse sotto il controllo di Israele-Usa. Questo hanno dichiarato personaggio del governo sionista. Quindi non si tratta di avere dubbi e fare supposizioni. Gli Usa con Gb hanno la intenzione di controllare tutto il Medio Oriente, non solo per impossessarsi del petrolio ma anche per controllare le vie commerciali tra Oriente e Occidente. Israele svolge il suo ruolo di gestore militare della regione. Dunque la guerra e’ tra le potenze anglosassoni e gli stati asiatici. Il tutto e’ possibile finora a causa della di fatto neutralità di Russia e Cina che confidano in un dissanguamento economico e politico delle potenze anglosassoni. Processo che certamente e’ in corso ma che sta costando la vita di centinaia di migliaia di persone, sia a Gaza, sia in Ucraina, Libano, Siria…Russia e Cina confidano in un processo di disgregazione (che del resto e’ in atto) dell’Impero anglosassone e dei suo satelliti. La questione, credo, e’ se i costi di vite umane, conseguenza di questo attendismo, giustificano questo atteggiamento neutrale delle potenze asiatiche oppure e’ il caso di prendere posizione e di intervenire attivamente per fermare le attivita’ militari di Israele e Occidente.
Il fatto che gli diano anche il thaad conferma la tua analisi!?! Sconcertante è dir poco…
Scusa puoi chiarire cosa c’entra il “tchaad”?
Come e’ possibile che un piccolo paese come Israele si comporti da “grande potenza” in quanto ad arroganza? Forse che sa di avere le spalle coperte dalle associazioni ebraico-sioniste americane? Forse che sa che in ogni paese europeo e non le associazioni culturalreligiose ebraiche gli danno ragione, pronte ad accusare di “razzismo” chiunque si metta di traverso?…
(Onde sgomberare il campo da ogni accusa di razzismo, la mia e’ una domanda di strategia politica internazionale…si diffida quanti vi vogliono vedere altro…).
Forse che sì.
se fosse stato “un errore” Russo, sarebbe scoppiata la sesta guerra mondiale……..
siamo una colonia al servizio USA ed Israele CONTROLLA gli USA !!!!
Ma quanto è ridicola la storiella che Israele avverte di spostarsi a poca distanza dall’attaco. Ed i soldati dell’Unifil secondo questi geni truffaldini dovrebbero lasciare basi e rifugi, mentre loro spargono bombe al fosforo bianco? Criminali nell’animo.
Israele può fare quello che vuole… è un dato di fatto. Quando il mondo se ne accorgerà Sara tardi… mi ricorda qualcosa…
Mamma mia, che grandissimi farabutti!
La presenza di Unifil e il suo essere sotto attacco è un piccolo dettaglio nel quadro della guerra in corso che ha come attori principali l ‘iran e i suoi alleati Russia e Cina. Israele sta facendo tutto questo sotto l occhio degli Stati Uniti che ogni tanto fanno finta di protestare ma alla fine lo rifornisco di armi e supporto tattico e al momento non hanno un leader in grado di gestire la cosa . L occidente e in particolare l Europa non hanno piu’ politici in grado di fare nulla e quindi la situazione sta prendendo una piega piu che preoccupante.
Gli attacchi a forze armate vanno respinti attaccando l’agressore, non scappando e protestando.
Possono cortesemente informare il popolo Italiano di quali siano le regole di ingaggio dei nostri soldati?
sarebbe molto opportuno chiarire le regole di ingaggio